A Cosenza la prima edizione del MYART Film Festival, dal 28 al 30 aprile. Uno sguardo al mediterraneo dai giovani autori di doc su migrazioni e diritti umani. Al vincitore andrà il Premio SPRAR.

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Si inaugura oggi alle 17.00, al cinema Morelli di Cosenza, la prima edizione del MyArt Film Festival, dedicato al tema delle migrazioni, con lo sguardo rivolto al Mediterraneo, uno sguardo che passa attraverso la macchina da presa di giovani autori di diversi paesi.
Sono arrivati infatti 150 opere da Palestina, Iran, Libano, Croazia, Turchia, Serbia, Grecia, Egitto, Israele, Marocco, Kosovo, Spagna, Francia, Portogallo, Svizzera, Belgio, Germania, Regno Unito, Svezia, Polonia, Canada.
La direzione artistica, guidata da Alessandro Gordano, ha selezionato per il concorso 12 documentari, 12 cortometraggi e 9 documentari brevi, che saranno proiettati, a partire da oggi, nelle tre giornate del festival, fino a domenica 30 aprile, secondo un fitto e ricco programma con tantissime opere anche fuori concorso, anteprime e eventi speciali.

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Il festival è organizzato dall’Associazione culturale multietnica “La Kasbah”, che da anni si dedica all’accoglienza, e dalla casa di produzione cinematografica Lago film, nata di recente per dare sviluppo alla cinematografia in Calabria.
Le giurie di catergorie, guidate da Gianfranco Pannone (documentari), Emiliano Barbucci (cortometraggi) e dalla direzione artistica del festival (documentari brevi), proclameranno i vincitori nella cerimonia di premiazione di domenica sera.
Tra i partner istituzionali c’è anche lo SPRAR, insieme a alla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Gioventù e del Servizio Sociale, la Provincia di Cosenza, la Fondazione Migrantes, la Fondazione Calabria Film Commission e il Comune di Cosenza, che ospita l’evento, come ha ricordato il sindaco, Mario Occhiuto: “L’Amministrazione comunale è lieta di ospitare una manifestazione che si prefigge di proporre cultura cinematografica nel segno dell’apertura e dello scambio tra i popoli, principi che implicano sempre la Cultura del rispetto fra gli uomini”