#buonaprassidelmese: Pedalando Faticando

Buone Storie

Percorrere la via Franchigena da Cremona a Roma utilizzando come unico mezzo di trasporto la bicicletta. Questa è la bellissima iniziativa che ha visto protagonisti i minori del progetto SPRAR del comune di Cremona accompagnati in quest’incredibile avventura da due educatori, Mattia e Matteo.

Una bellissima esperienza già sperimentata qualche anno fa con un giro della Val d’Orcia e riproposta ai ragazzi questa primavera in modo più strutturato, ma estremamente avventuroso con un viaggio incredibile di circa due settimane documentato direttamente dai protagonisti sulla pagina Facebook @PedalandoFaticando.

Principale obiettivo di questo viaggio? Sperimentare “il momento presente” per godere a pieno di quello che si ha e di quello che la vita offre aumentando la capacità di prendere decisioni per sé stessi, vivere gli eventi come occasione e assumersi la responsabilità delle scelte effettuate. Il tutto attraverso un’attività estremamente fisica come quella di macinare centinaia di chilometri in sella ad una bicicletta e, affrontando la fatica, conoscere i propri limiti e possibilmente superarli.

Ai ragazzi è stato chiesto di scegliere liberamente se partecipare o meno a questa esperienza e gli è stata lasciata estrema autonomia anche nel decidere in ogni momento di abbandonare il viaggio e fare ritorno a casa. Hanno accettato tutti ben volentieri e nessuno di loro ha fatto ritorno prima di essere arrivato alla meta finale.

Così, dopo aver preparato i ragazzi al viaggio con incontri formativi, aver discusso insieme le regole e aver consegnato loro i materiali (zaino, bicicletta, caschetto e attrezzi per la manutenzione), ognuno ha preparato il proprio bagaglio e il viaggio ha avuto inizio!

Tutti hanno poi avuto a disposizione una somma di 15€ giornalieri per alimentarsi e gestirsi in completa autonomia.

Ogni mattina, prima della partenza, il gruppo si è riunito per decidere il tratto di strada da percorrere mentre la sera, dopo una cena consumata in compagnia o da soli, sono state organizzate riunioni di gruppo durante le quali ogni ragazzo ha avuto modo di raccontare la propria giornata e le emozioni vissute. Durante ogni meeting sono state tre le domande poste ai ragazzi: Come sei stato? Per cosa ringrazi e per cosa vuoi chiedere scusa?

Durante il viaggio i ragazzi hanno avuto modo di fermarsi nei luoghi per visitarli e confrontarsi con le persone incontrate come sportivi in vacanza e non come beneficiari, accrescendo le loro conoscenze personali e di relazione finalizzate ad una maggiore inclusione sociale. L’incontro, lungo il percorso o nei luoghi di ospitalità pellegrina, di persone di diverse nazionalità, cultura e fede ha ampliato il loro panorama di possibilità. Il coinvolgimento di suor Ginetta o del ragazzo dell’alimentari è stato parte integrante dell’intera esperienza perché ne ha dato valore sia in termini di relazione e crescita personale, sia per il fatto che ognuno ne ha tratto giovamento. Tutti hanno accolto volentieri l’arrivo di questi “centauri della bicicletta” contribuendo ad ampliarne le conoscenze e a lasciare un segno nella loro vita.

Una volta rientrati, le foto scattate e i video registrati dai ragazzi durante il viaggio sono stati montati per presentare l’esperienza e rielaborarla. Al gruppo, come ricordo, rimarranno anche i timbri raccolti nei luoghi raggiunti, le Credenziali del Pellegrino, ufficiale certificazione delle centinaia di chilometri effettuati lungo tutta la via Franchigena.

Abbiamo chiesto a Mattia, uno dei due operatori che hanno accompagnato i ragazzi e che nel progetto si è impegnato a portare sempre il punto di vista del singolo per confrontarsi al meglio con il punto di vista del gruppo portato invece dall’altro educatore Matteo, perché Pedalando Faticando è una buona prassi? Ci ha risposto che non è ancora una buona prassi, ma ha il potenziale per diventarlo. Per ora è una buona storia e lo testimonia il pensiero educativo che sta dietro al viaggio visto come atto fisico, ma soprattutto come esperienza di accrescimento personale e sperimentazione del nuovo.

E chissà che a settembre non si riparta con una nuova avventura!

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