“Chiudere oggi gli Sprar significa concentrare i richiedenti asilo nei grandi centri. Non si può chiedere all’Europa di distribuire i migranti e poi in Italia li concentriamo. In questo modo non si fa integrazione”

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«Lo Sprar è stato un sistema che ha permesso di distribuire i migranti in tutto il territorio nazionale e questo ha permesso di evitare la concentrazione di persone nei grandi centri e di conseguenza la risoluzione delle tensioni sociali create da questi centri». Su internazionale.it il presidente dell’Anci e sindaco di Bari Antonio Decaro spiega così il ruolo dello Sprar nel sistema di accoglienza nazionale. E ancora:«Chiudere oggi gli Sprar significa concentrare i richiedenti asilo nei grandi centri come a Cona o a Mineo, non si può chiedere all’Europa di distribuire i migranti e poi in Italia li concentriamo. In questo modo non si fa integrazione».

I missionari Comboniani, in un analisi critica del decreto “immigrazione e sicurezza”, su nigrizia.it: «Riteniamo un errore il ridimensionamento del Sistema di protezione per richiedenti asilo (Sprar) – uno tra i pochi esempi di successo di accoglienza integrata realizzata dai comuni in collaborazione con associazioni volontarie – che andrà ad accrescere il numero di clandestini destinati a languire nei Centri di accoglienza straordinaria (Cas)

La Rete di imprese “Rifugiati in Rete“, che è composta da nove cooperative sociali che si occupano di accoglienza in provincia di Cuneo, in una nota inviata a La Stampa, ritengono che «il sistema dello SPRAR debba essere il sistema prioritario di accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati, superando il sistema emergenziale dei CAS che in questi anni ha svolto un importante ruolo nella straordinarietà delle accoglienze, ma è anche stato il sistema soggetto a più abusi. La progettazione SPRAR prevede il forte coinvolgimento dell’ Ente Pubblico (il Comune), la professionalità degli operatori sociali e un sistema puntuale di rendicontazione delle spese che limita la speculazione e favorisce la retribuzione del lavoro effettivamente svolta. Lo SPRAR ha inoltre la finalità di includere socialmente le persone di cui si prende cura attraverso l’ apprendimento linguistico, la formazione al lavoro e l’ accompagnamento legale, affinché si limiti il numero di persone nei dormitori, nella tratta della prostituzione e dell’ accattonaggio».

Sempre sul fronte delle imprese, Giuseppe Guerini, presidente di Cecop, l’organizzazione europea che rappresenta 50 mila cooperative di lavoro e cooperative sociali in 15 Paesi, in un articolo, pubblicato su vita.it, scrive: «Diversamente dai CAS e dalla cosiddetta accoglienza prefettizia che tanti Sindaci avevano contestato lamentando di dover subire le assegnazioni di strutture senza essere consultati, gli SPRAR si realizzavano solo a partire dall’ iniziativa dei Comuni».

Infine, su padovaoggi.it, Riccardo Mortandello. sindaco di Montegrotto Terme, comune che partecipa allo Sprar di Piove di Sacco: «Ci sono quattordici ospiti, fanno corsi di diverso tipo, finalizzati a trovare un lavoro. Ci sono poi i corsi di lingua, il tirocinio e anche l’ opportunità di provare esperienze lavorative. Danno una mano al verde pubblico, aiutano in tutte le manifestazioni culturali, nelle sagre e in tutto ciò che organizziamo. Secondo me questo progetto, qui, funziona benissimo. Se si seguono le persone e si crea un ponte tra noi e loro, l’accoglienza funziona perfettamente e non è fine a se stessa, ma un passaggio affinché queste persone si sentano parte della società».

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