“Yakuba, l’Africa vir alle”, il progetto Sprar di Francavilla Fontana (Br) presenta il romanzo scritto con i rifugiati

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Si chiama “Yakuba, l’Africa vir alle” il libro scritto grazie al diretto coinvolgimento dei rifugiati ospiti del progetto Sprar di Francavilla Fontana (Br) che verrà presentato al pubblico il 26 giugno (Castello Imperiali, Sala Leonardo) a partire dalle ore ore 19 nel corso dell’incontro organizzato nell’ambito delle celebrazioni della Giornata mondiale del rifugiato.

Ad aprire i lavori saranno il sindaco di Francavilla Fontana Maurizio Bruno e il presidente del Consorzio Nuvola Irene Milone. Il dibattito proseguirà con gli interventi, tra gli altri, dell’assessore alla cultura del comune di Francavilla Fontana Anna Maria Padula, dell’assessore ai servizi sociali Gerardo Trisolino, del coordinatore del progetto Sprar Baiti Nicola Lonoce e di Anna Rosa Tamburrano del Laboratorio urbano Inpuntadipiedi. A presentare il volume, curato dal Consorzio Nuvola, sarà la direttrice della Casa editrice La Meridiana Elvira Zaccagnino a cui seguirà la lettura di alcuni passi del romanzo da parte degli stessi rifugiati.

34Il progetto nasce nell’ambito di un corso per “tecnici della formazione” promosso dalla Scuola edile di Brindisi, che ha visto i partecipanti impegnati in uno stage presso il Consorzio Nuvola. Nell’ambito del percorso formativo Sabrina, Gabriele, Patrizia e Alessio, questi i nomi dei tirocinanti, hanno potuto conoscere ed approfondire le attività e le iniziative realizzate dal progetto Sprar territoriale di Francavilla di Fontana appassionandosi alle storie dei rifugiati. “Il ‘semplice’ progettare, predisporre, sviluppare e tenere dei corsi era un compito troppo facile da svolgere nelle complicate maglie della rete Nuvola. Lo stage si è incrociato con le attività dei servizi gestiti da Nuvola, il Laboratorio Urbano Inpuntadipiedi e lo Sprar Baiti entrambi nel comune Francavilla Fontana (Br), e degli altri Sprar della rete consortile, Teranga di Torre Santa Susanna (Br) e Farah di Latiano (Br)”, si legge nella premessa al libro.
I partecipanti hanno avuto così l’occasione di conoscere le storie, il vissuto e le tradizioni dei rifugiati ospiti dei progetti del Sistema di accoglienza territoriale. “Durante questi incontri – raccontano gli stagisti – abbiamo approfondito la conoscenza, che pure era ancora inficiata dalla ritrosia vicendevole, forse dal timore della diversità, del giudizio proveniente da ambo le parti“.
Nasce allora l’idea di un progetto editoriale, di un romanzo in grado di evocare luoghi reali, le città dei paesi di origine dei rifugiati partendo dal racconto di una storia inventata. Un diario dall’Africa che non vuole strumentalizzare e spettacolarizzare il dolore ma che intende invece raccontare il vissuto, le tradizioni e la vita che i rifugiati conducevano nei paesi di provenienza prima che guerre e violenze li costringessero a partire. “Un libro nato per raccontare l’Africa con gli occhi dell’Africa, è diventato infine un libro che abbiamo scritto noi con i loro occhi, affidando alla carta le loro emozioni e le loro passioni” si legge nel volume.

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